mercoledì 30 giugno 2010

Tutto torna utile

Rileggendo il Papuzzi (A. Papuzzi, Professione giornalista: tecniche e regole di un mestiere, Donzelli, 2003) appare evidente come nel giro di soli sette anni il panorama del giornalismo on-line abbia subito più di una trasformazione.

Un esempio è dato dalle ricerche che mettevano in luce le caratteristiche del pubblico dei giornali on-line. In particolare appare anacronostico pensare, oggi, che la quasi totalità dei lettori (ben il 92% stimava il Poynter Intitute for Media Studies) si soffermi per prima cosa su titoli e articoli. Se così fosse che senso avrebbe avuto il recentissimo restyling di Repubblica.it, orientato e incentrato sui contenuti multimediali, sulla forza delle immagini, delle foto e dei video? Sicuramente questo cambiamento è dipeso dai progressi tecnologici: ingenti, anche in un arco temporale brevissimo, e in grado di modificare il modo di fare giornalismo.

E' rimasta tale, e anzi, si è rafforzata, l'idea che Internet rappresenti, ancora oggi, il veicolo tecnologicamente più idoneo a diffondere notizie. Per almeno tre punti di vista:

  1. Il crescente bisogno di sintesi informativa, dovuto sia allo spazio a disposizione per presentare la notizia (estremamente limitato) che alla fretta del lettore. Ecco allora che si avverte l'impellente necessità di asciugare al massimo la scrittura, finendo col proporre un'esposizione del fatto sostanzialmente coincidente con il modello delle cinque W. Quindi scrittura oggettiva e notizie ancorate all'avvenimento. L'eventuale approfondimento è lasciato al lettore in grado di costruirsi, attraverso i link, un proprio percorso.

  2. L'interazione facilitata tra produttori e fruitori di notizie, grazie alla possibilità di scrivere direttamente alla redazione, commentare gli articoli, partecipare a forum, firmare petizioni, inviare foto ecc.

  3. La possibilità di un costante aggiornamento. Non si parla più di periodicità ma di flusso continuo dell'informazione: aumentando la frequenza dell'aggiornamento, la classificazione delle notizie in spot news, developing news, continuing news e running news perde d'importanza, poichè tutte le notizie tendono ad assumenre il carattere di spot news rendendo possibile un'informazione continua in tempo reale. Purtroppo, però, questa caratteristica da vanto si è trasformata in handicap, nel senso che la rapidità di reazione al fatto ha trasformato il giornalista in un "passacarte" qualunque, costretto a far un semplice copia e incolla di lanci d'agenzia pur di battere sul tempo l'agguerritissima concorrenza.

Per quanto riguarda la scrittura sul Web, poi, rimangono sempre valide le seguenti regole:

  • periodi brevi,
  • concatenazione ariosa dei capoversi,
  • elenchi e sommari,
  • grassetti e colori per evidenziare le chiavi di lettura.

martedì 29 giugno 2010

"Forza e onore" Robin Hood

Titolo:Robin Hood
Sceneggiatura: Brian Helgeland
Produzione: Universal Pictures
Genere: azione, avventura
Paese: GB, USA
Anno: 2010
Durata: 148'

Non ci sono le nebbie e le atmosfere fumose in stile videoclip anni Ottanta del Robin Hood di Kevin Reynolds nè tantomeno le battute dissacranti dell'uomo in calzamaglia di Mel Brooks o la scanzonata allegria del cartoon Disney. Nel Robin Hood di Ridley Scott quello che manca è proprio lui, Robin Hood. Non c'è Robin Hood ma c'è Robin di Longstride: c'è l'uomo prima di diventare leggenda.
Dimentichiamoci allora l'immagine del prode arciere che ruba ai ricchi per dare ai poveri, dimentichiamoci l'immagine classica di Lady Marian, nobile e indifesa e dimentichiamoci anche della foresta di Sherwood.
Quello che ci chiede Scott è di cambiare prospettiva.
Si lascia la dimensione favolistica e romantica della tradizione per immergersi in quella realistico-avventurosa e seguire l'epica trasformazione di un uomo, che, cresciuto senza padre e partito alla volta della Terrasanta per combattere al fianco di Riccardo Cuor di Leone, una volta tornato in patria si batterà strenuamente per difendere le proprie origini e quelle di un'intera nazione, bloccando l'invasione francese e facendo rivivere i principi della Carta della Foresta, una Magna Charta ante litteram capace di ridare speranza ad un popolo diviso e vessato dalla tirannia. Ma i tempi non sono ancora maturi per porre fine al diritto divino dei re e così da idolo delle folle, Robin di Longstride verrà dichiarato fuorilegge, si rifugerà nella foresta di Sherwood e diventerà
Robin Hood, la leggenda.
Se tutta la cinematografia precedente sul tema va archiviata per potersi accostare liberamente a questo nuovo Robin Hood, è di un film in particolare che si sente l'eco: Il Gladiatore. Evidenti i punti di contatto.
A dieci anni dall'uscita del kolossal che valse l'Oscar a Russel Crowe, Ridley Scott tenta l'operazione fotocopia. Stesso richiamo alla libertà quale valore supremo da perseguire anche a costo della vita, stesso carisma del protagonista (emblema di coraggio e onestà) e stessa centralità delle battaglie, cruenti trait d'union indispensabili al procedere della trama.
Sorprendentemente anche il modo di combattere è il medesimo. Robin Hood in quasi tre ore di film scocca tante frecce quante sono le dita di una mano. L'arciere più famoso del mondo lascia arco e faretra per impugnare spade, asce, mazze e bastoni. La scena della battaglia finale sulle coste inglesi, poi, oltre a richiamare alla mente le immagini del ben più recente sbarco in Normandia, risulta incredibilmente identica alla scena iniziale de Il Gladiatore dove Massimo Decimo Meridio/Robin Hood incita l'esercito in sella ancora una volta ad un cavallo bianco e brandendo la consueta spada. Mancava solo il grido "forza e onore" e poi il deja-vu era perfetto.
Similare è anche il modo di porsi nei confronti dell'universo femminile, un avvicinamento graduale e rispettoso che evita scene esplicite, risultando comunque sensuale. Rispetto ad Augusta Lucilla molto più spazio è dedicato a Lady Marian, una lady però che sembra quasi un sir, immersa com'è nel fango della campagna inglese, preoccupata della buona riuscita del raccolto e pronta a difendere con arco e frecce le sue terre e la sua patria scendendo addirittura in battaglia al fianco dell'ormai suo Robin Hood. Una figura, quindi, che contrasta nettamente con la tradizione e che risulta a tratti poco credibile, nonostante l'interpretazione della brava Cate Blanchette.
Ma se il film, nel complesso, appare scorrevole e avvincente, come un buon film d'avventura deve essere, è senz'altro merito di Russell Crowe , intenso e appassionato, capace con uno sguardo di trafiggere l'anima dello spettatore.

domenica 27 giugno 2010

Il consiglio del prof. Alfonso: Bing come alternativa a Google

"Bing", come ci illuminano i "tuttologi" di Wikipedia, è una parola onomatopeica che, se da un lato vuole imitare il suono di un interruttore che si accende, ossia del momento in cui si fa una scelta o una scoperta (nei fumetti indicato appunto dalla comparsa di una lampadina che si accende), dall'altro mira anche a sfruttare la similitudine con la parola "Bingo!" usata quando si trova qualcosa, come nel relativo gioco del Bingo.

Il nome è stato scelto da Microsoft in quanto è:
  • corto,
  • facile da pronunciare e da ricordare,
  • ideale come collegamento URL in tutto il mondo.
Non manca poi la versione ironica che vuol far derivare il nome Bing dalla frase "But Is Not Google".

Vediamo un po' di storia: Bing è il motore di ricerca Microsoft nato dalle ceneri di Live Search nel giugno 2009 (la prima versione è entrata ufficialmente in servizio il 3 giugno 2009).

L'obiettivo di Bing è di entrare in competizione con il colosso Google, in quanto Live Search nel suo ultimo anno di vita è stato utilizzato mediamente per il 6% delle ricerche mondiali, pochissimo se confrontato con il 67% di Google e oltre il 22% di Yahoo!.

Il segreto di Bing sta nell'intelligenza artificiale basata sull'analisi logica ispirata alla grammatica italiana. Pertanto per questo nuovo motore di ricerca, a differenza di Google, sono rilevanti anche le preposizioni e gli articoli.

Attualmente è definitiva solo la versione statunitense, quelle degli altri paesi sono ancora allo stato beta.

Una particolarità di Bing è costituita dalla presenza di un'immagine di sfondo che cambia ogni giorno. Recentemente Microsoft ha inserito nell'home page due tasti a freccetta (destra e sinistra), che permettono di visualizzare fino ad un massimo di nove immagini di sfondi precedenti.

Per restare in tema di immagini, dal "lato utente" la ricerca risulta molto più comoda rispetto a quella di Google: man mano che si scorre la pagina appaiono immagini nuove, caricate al momento, senza bisogno di cliccare sul numero delle pagine.

La versione americana (definitiva) permette anche la ricerca dei video.

La ricerca Mappe, poi, permette di calcolare un itinerario di viaggio, visualizzando le mappe in 3D, in vista satellitare o aerea.
Come in Google c'è anche il Webmaster Center, utile per verificare lo stato di indicizzazione del proprio sito. Attualmente è presente solo nella versione definitiva di Bing, ma è possibile accedervi comunque cercando Bing Webmaster Center.

Infine Bing offre, anche nella versione italiana, la possibilità di accedere direttamente dalla sua Home Page ad MSN e alla casella di posta elettronica Hotmail.

Nella versione italiana i servizi offerti sono minori respetto a quella in lingua inglese.

Ecco l'elenco:
  • Cerca nel web
  • Immagini
  • Shopping
  • Notizie
  • Mappe
  • xRank (per scoprire cosa viene cercato dagli altri utenti)
  • Translator
La versione inglese propone moltissimi servizi oltre ai precedenti, tra i quali:
  • Local (cerca imprese)
  • Travel (confronta le offerte per alberghi e voli in tutto il mondo)
  • Visual Search (ricerca dalle immagini)
  • Mobile
  • Reference (articoli tratti da Wikipedia)
  • Twitter-Beta (trova informazioni su Twitter)
  • Tour Bing (informazioni sul modo con cui Bing ti permette di effettuare una ricerca)
  • Help
  • History
  • Webmaster Center (servizi per i Webmaster)
  • Community, Blog e Forum
  • Advertising
  • Developer Center (centro sviluppatori)
Non resta che provarlo...

venerdì 25 giugno 2010

La comunicazione interna: Intranet

Informatica Applicata al Giornalismo - VIII lezione

In una società in cui l'immagine sembra avere il sopravvento sulla sostanza anche le aziende si adeguano. Le strategie di comunicazione sono fondamentali per attirare l'utente/cliente ma non bisogna dimenticare che dietro al palco ci sono le quinte, ovvero: se la comunicazione esterna funziona è in parte anche merito della buona comunicazione interna.

Con comunicazione interna si intende l'insieme di comunicazioni che intercorrono tra l'azienda e i suoi dipendenti e spesso viene sintetizzata in una parola: Intranet.

Intranet rappresenta la raccolta di tutti gli strumenti necessari per operare in un determinato contesto, sia esso costituito da una multinazionale, una piccola azienda, un ente locale o una società pubblica di servizio. Inserire all'interno di un sito dei grandi database (costituiti da numeri telefonici, indirizzi e-mail, formulari e moduli vari) non differisce molto da quanto faceva in passato l'ufficio del personale, oggi chiamato Human Resources.

In ogni modo sono poche le realtà, soprattutto pubbliche, che utilizzano la rete Intranet nella maniera corretta. Il più delle volte la si intende come mero strumento di lavoro: una sorta di agenda aperta dalla quale si attingono informazioni. Ma Intranet è molto di più, è un mondo da scoprire.

Vediamone alcune caratteristiche:
  1. Da Intranet è nata la ben più nota rete Internet. Solo una buona Intranet dà la possibilità di fare una buona Internet.

  2. Spesso, sbagliando, si creano interfacce Intranet /Internet identiche. Nonostante Intranet sia un'area riservata, alla quale solo gli addetti ai lavori possono accedere tramite password, la grafica appare similare alla "sorella" Internet ma meno accattivante e l'informazione risulta meno accurata.

  3. Anche se non è vero che ciò che non si vede non esiste, Intranet sembra un mondo abbandonato. Viene considerato uno strumento freddo. Non viene costantemente aggiornato, non offre informazioni in diretta e perciò, mancando la realtà del momento, risulta piuttosto statico.

  4. Il più delle volte, poi, la rete Intranet non funziona da remoto e si è costretti ad usarla esclusivamente sul posto di lavoro.

  5. Per l'aggiornamento ci si affida solitamente ai tecnici informatici e solo raramente è presente una vera e propria redazione web.

  6. Albero di navigazione e mappa in Intranet sono molto più visibili che in Internet.

  7. Il motore di ricerca è fondamentale: in Intranet si dovrebbero recuperare tutte quelle informazioni non reperibili in Internet.

  8. Infine, cosa fondamentale, Intranet porta ad una maggiore condivisione delle filosofie aziendali.

Le grandi aziende e i grandi enti per migliorare la comunicazione interna e raggiungere tutti i dipendenti, hanno investito in radio e tv in house, ovvero gestite all'interno dell'azienda stessa. Non bisogna dimenticare che la comunicazione interna ha il suo valore principale nella gestione del controllo. Soltanto sapendo il tipo di informazioni che circolano all'interno dell'azienda si potrà pianificare una strategia di comunicazione esterna.

Comunicazione e tecnologia tendono, così, sempre più a coincidere, con una conseguenza piuttosto evidente: il progresso tecnologico porta ad una trasformazione dei codici di comunicazione, ovvero dei codici di linguaggio.

L'apprendimento dei codici avviene sin dall'infanzia e la scrittura è senza dubbio uno dei più diffusi. Ma il modo di scrivere è in continua trasformazione. La tecnologia corre, la scrittura cambia. E cambiano, quindi, i codici attraverso cui si comunica. A tal proposito è sempre opportuno confrontare i vecchi strumenti di comunicazione con quelli più innovativi. La lettera e la e-mail ad esempio. La seconda, forte di aver annullato il gap temporale spedizione/arrivo ha sostituito quasi definitivamente la prima.

Con la possibilità di allegare file in pdf alle e-mail, anche il fax appare, ormai, obsoleto. E i programmi di messaggeria istantanea come Messanger stanno avendo la meglio sulle stesse e-mail, grazie alla possibilità di un feedback immediato, ovvero di verificare in tempo reale se il destinatario abbia ricevuto o meno il messaggio. Se inviare una mail non implica necessariamente la presenza dell'utente all'altro capo del server, in MSN questa presenza risulta, invece, determinante.

I social network, poi, negli ultimi anni stanno prendendo il sopravvento sulle altre tecnologie. La caratteristica vincente è data dalla condivisione: lo scambio non è one to one, ma one to many o many to many. Oggi più che mai sembra che il mondo ci imponga di dover sempre essere in contatto con tutto e con tutti, schiavi e prigionieri della strana necessità di dover condividere ogni aspetto della nostra vita con gli altri.

L'uomo del nuovo millennio pare aver trovato un altro alibi per far finta di non esser solo.

Glossario

Come diceva Anatole France ne "La vie littéraire" "un dizionario è l'Universo per ordine alfabetico. E' il libro per eccellenza: tutti gli altri vi sono già dentro, basta tirarli fuori."

Senza avere la pretesa di creare un vero dizionario propongo una piccola raccolta dei vocaboli maggiormente utilizzati a lezione e indispensabili per sopravvivere nel "selvagggio web".


A
Abstract: sommario, riassunto, estratto, descrizione sintetica del contenuto di un documento.
Account: letteralmente conto, accredito, permesso di accesso. L'account, chiamato anche username, è composto generalmente da un nome utente e da una password. Viene utilizzato quando si vuole riservare l'accesso ad alcune informazioni, o servizi, solo alle persone autorizzate. Ad esempio: nel caso degli indirizzi di posta elettronica, l'account, insieme al DN (Domain Name) contribuisce alla formazione dell'indirizzo: account@nomedominio.
ADS: Accertamenti Diffusione Stampa, associazione costituitasi nel 1975 per certificare i dati di diffusione e di tiratura della stampa quotidiana e periodica di qualunque specie pubblicata in Italia.
AdSense: servizio offerto da Google che permette di inserire sul proprio sito annunci commerciali pertinenti al contenuto della webpage, guadagnando in base alle visite o ai click sugli annunci stessi.
AdWords: servizio offerto da Google che permette all'inserzionista di acquistare annunci pubblicitari.
Audiweb: soggetto realizzatore e distributore dei dati sull'audience on-line utili al mercato pubblicitario.
B
Back Office: contrario di Front Office. Termine usato per descrivere la parte dell'azienda (o del suo sistema d'informazione) che si occupa della gestione dell'azienda stessa, alla quale l'utente non ha accesso. Si tratta di processi interni come: produzione, logistica, stock, vendita, contabilità, gestione delle risorse umane ecc.
Banner: festone, striscione. Un banner è un'immagine pubblicitaria, di forma lunga e bassa, che compare in cima e in fondo alle pagine web.
Banner Exchange: scambio di banner. Accordo tra siti web che consiste nello scambio di banner pubblicitari.
Blog: accorpamento delle parole "Web" e "log", indica un diario di bordo in rete. Ovvero, una pagina web personale che viene aggiornata frequentemente e con regolarità tramite l'inserimento e la pubblicazione di contenuti e link ad altre pagine web. Ogni nuovo intervento viene inserito in cima alla pagina web, riportandone la data e l'ora dell'inserimento. I blogger apprezzano la possibilità di far informazione al di fuori dei circuiti tradizionali e con una libertà quasi totale di pubblicazione, mentre i lettori apprezzano la possibilità di lasciare commenti e di instaurare un dialogo.
Blog Aggregator: aggregatore di blog, sito che riunisce i contenuti di numerosi blog.
Brand: marca, nome, simbolo o disegno con cui si identificano prodotti o servizi di uno o più venditori al fine di differenziarli da altri offerti dalla concorrenza.
Breadcrumb: letteralmente, briciola di pane. Percorso che descrive all'utente in che area si trova relativamente alle pagine di un sito web.
Breaking News: notizie in tempo reale.
Broadcasting: trasmissione radiofonica o televisiva via etere.
Bluetooth: standard di comunicazione (sviluppato da Ericson) che consente la trasmissione di dati (audio, foto, video) tra il PC e gli accessori di interfaccia (o tra cellulare e cellulare), utilizzando onde radio che consentono collegamenti a corto raggio (tra i 10 e i 100 metri). Curiosità: il nome Bluetooth deriva da Harald Bluetooht, re vichingo del X secolo che unificò i regni di Danimarca e Norvegia.
Blurker: termine nato dalla fusione di "blog" e "lurker", indica una persona che segue un blog "silenziosamente", non partecipando alla discussione nei commenti.
Broadband: banda larga. Sistema di comunicazione (che utilizza fibbre ottiche e linee digitali) in grado di trasmettere dati a velocità maggiori di 200 Kbps.
C
Citizen Journalism: termine con cui si indica la nuova forma di giornalismo che prevede la partecipazione attiva dei lettori grazie all'uso dei nuovi media e alla possibilità di collaborazione offerta da Internet.
Compressione: operazione che permette di ridurre lo spazio occupato dai file per poterli meglio trasferire.
Cookie: letteralmente biscottino, dolcetto. Si tratta di informazioni (sottoforma di file) trasferite sul proprio PC dal server Web a cui ci si collega. Questi file servono alle aziende, o agli amministratori dei server, per controllare/monitorare le consultazioni del loro sito. I cookie, che sono dei file di testo di dimensioni inferiori ai 4 Kb, non possono contenere programmi, di conseguenza non possono essere potenziali veicoli di virus.
Copyleft: modello di gestione dei diritti d'autore basato su un sistema di licenze attraverso le quali l'autore indica ai friutori dell'opera che essa può essere utilizzata, diffusa e spesso anche modificata liberamente, pur nel rispetto di alcune condizioni essenziali (ad es: distribuirla sotto lo stesso regime giuridico).
Copyright: diritto di copia, diritto appartenente al possessore della proprietà intellettuale di un oggetto di controllarne la riproduzione e la diffusione, con qualsiasi mezzo esse vengano effettuate.
Crossmedialità: è il risultato del processo di convergenza dei devices. Un singolo contenuto può essere veicolato attraverso molteplici canali di comunicazione e può assumere differenti forme, in base alla tecnologia di trasmissione utilizzata. La crossmedialità determina la convergenza tra le piattaforme di comunicazione e la digitalizzazione delle reti ne crea i presupposti.
Customer Satisfaction: è la misura di come i prodotti e i servizi offerti da una società sono riusciti a soddisfare o a superare le aspettative dei clienti.
D
Debug: mettere a punto un programma, eliminare gli errori.
Decompressione: particolare tipo di operazione eseguita da programmi adatti a riportare i file compressi allo stato originale.
Delivery Status Notification: messaggi generati automaticamente dai sistemi di posta elettronica che danno informazioni riguardanti lo stato della e-mail inviata.
Digital Divide: indica il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell'informazione (in particolare PC e internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale. I motivi di esclusione comprendono diverse variabili: condizioni economiche, livello d'istruzione, qualità delle infrastrutture, differenze di età o di sesso, appartenenza a diversi gruppi etnici, provenienza geografica.
E
E-Book: libro elettronico. Testo in formato digitale nato per essere letto su appositi dispositivi.
E-Book reader: lettore di libri elettronici.
F
Facebook: Social Network nato nel 2004 da un'idea di Mark Zuckerberg per permettere l'interazione tra studenti universitari americani. Dal 2006 chiunque può accedervi gratuitamente, facendolo così diventare una rete sociale che abbraccia trasversalmente tutti gli utenti di Internet.
FAQ (Frequently Asked Questions): documento che contiene le risposte alle domande più frequenti su un dato argomento.
Feed: riepilogo di contenuti web aggiornato regolarmente. Serve per rendere più accessibili i contenuti e mettere in risalto le novità.
Feed RSS (Really Simple Syndication): file di testo che contiene le informazioni per reperire le ultime risorse inserite in un sito.
Feedback: retroazione, è la capacità di tener conto dei risultati del sistema per modificare le caratteristiche del sistema stasso. Più in generale, è un segnale di ritorno di controllo di un'azione.
File sharing: sistema che consente ad un utente di condividere i propri file con altri utenti che si trovano sulla stessa rete o su Internet.
Forum: struttura dove vengono pubblicati discussioni e messaggi scritti dagli utenti (previa registrazione) su un determinato argomento.
Frame: sezione indipendente di una pagina web.
Free Press: quotidiani e settimanali in distribuzione gratuita. Caratteristiche: notizie veloci, assenza di commenti e opinioni, pubblicità come unica risorsa.
Front Office: contrario di Back Office, quindi parte dell'azienda dedicata alla relazione diretta col cliente.
G
Gateway: letteralmente via d'uscita, ma significa anche punto d'accesso. Si tratta di un dispositivo impiegato per collegare reti diverse, cioè network che utilizzano differenti protocolli di comunicazione, allo scopo di rendere possibile il trasferimento di dati da una all'altra.
Guestbook: libro degli ospiti attraverso il quale è possibile lasciare i propri messaggi oppure esprimere un giudizio sul sito visitato.
Google Analytics: soluzione di analisi dei dati web che consente di ottenere informazioni dettagliate sul traffico del proprio sito web e sull'efficacia delle campagne di marketing.
H
Hacker: pirata informatico che cerca di penetrare nei sistemi informatici altrui, meglio se pubblici o aziendali, allo scopo di creare danni.
I
Indicizzazione: Inserimento di un sito web nel database di un motore di ricerca, mediante l'uso di apposite parole-chiave. E' il momento in cui il sito viene riconosciuto dai motori di ricerca e quindi compare nelle loro pagine di risposta alle interrogazioni degli utenti.
Information Overload: sovraccarico cognitivo. Si verifica quando si ricevono troppe informazioni per riuscire a prendere una decisione. Da notare che lo sviluppo della tecnologia ha contribuito alla diffusione e alla riconoscibilità di questo fenomeno.
Internet: sistema globale che connette piccole e grandi reti telematiche.
Intranet: rete privata costruita ed usata all'interno di un'azienda per condividere informazioni aziendali e risorse informatiche tra tutti i dipendenti. Generalmente è collegata ad Internet.
I-Pad: tablet computer prodotto da Apple in grado di riprodurre contenuti multimediali e di navigare in Internet.
Ipertesto: insieme di documenti messi in relazione tra loro da parole chiave che fungono da collegamento (link). I link permettono di leggere il documento in maniera non sequenziale.
IPTV (Internet Protocol Television): tecnologia che consente di veicolare contenuti ed informazioni televisive in formato digitale sul televisore attraverso connessioni Internet a banda larga.
J
Java: piattaforma software che permette la scrittura di applicazioni indipendenti dall'hardware sul quale vengono eseguite.
K
Kerning: letteralmente crenatura, indica il metodo di espansione o riduzione della distanza tra i caratteri di un testo, al fine di renderlo più facilmente leggibile.
Keywords: parole chiave, ovvero i termini che gli utenti utilizzano per cercare informazioni attraverso i motori di ricerca.
L
Lan(Local Area Network): rete su area locale, composta da un insieme di computer collegati tra loro entro un'area limitata (relativa all'ufficio, all'edificio o a più edifici in un raggio massimo di dieci chilometri).
Landing page: letteralmente pagina di atterraggio, si definisce così la pagina web che si raggiunge cliccando su un banner pubblicitario.
Logotipo: parte visibile del nome di una marca che è riconoscibile: simbolo, disegno, colore...
M
Mailing List: metodo di comunicazione in cui un messaggio e-mail inviato ad un sistema viene inoltrato automaticamente ad una lista di destinatari interessati ad un dato argomento.
Marketing: "processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione e scambio di prodotti e valori. E' l'arte e la scienza di individuare, creare e fornire valore per soddisfare le esigenze di un mercato di riferimento, realizzando un profitto: delivery of satisfaction at a price". (Giancarlo Pallavicini)
Matchare: controbattere.
Mashup: applicazione che usa contenuto da più sorgenti per creare un servizio completamente nuovo.
Meta tag keyword: metadato contenente una lista di parole chiave inerenti al contenuto della pagina che ne determinano il posizionamento nel motore di ricerca.
Mission: missione o scopo di un'impresa, scopo ultimo, giustificazione della sua stessa esistenza e ciò che la contraddistingue da tutte le altre.
Motore di ricerca: software specializzato nella ricerca di informazioni su Internet.
Mountain View: località della California diventata famosa per essere la città natale del colosso statunitense Google.
Multimedialità: compresenza e interazione di più media in uno stesso supporto o contesto informativo (combinazione di video, foto, immagini, musica, testo).
N
Navigare: traduzione italiana del termine inglese "surfing", indica l'operazione di ricerca in informazioni su Internet spostandosi da un sito ad un altro.
Net Clipping: analisi di quanto viene pubblicato quotidianamente su Internet alla ricerca di informazioni interessanti per la clientela.
News Aggregator: applicativo in grado di leggere periodicamente un flusso di notizie in formato RSS e di presentarle con un'interfaccia grafica simile, nella maggioranza dei casi, a quella di un programma di posta elettronica.
News Ranking: siti nei quali gli utenti possono segnalare informazioni e votare le news determinando il punteggio di una notizia.
Newsgroup: gruppo di discussione in Internet. Sorta di club in cui si ha la possibilità di scambiare messaggi ed opinioni che hanno interessi affini ai propri ma che risiedono ovunque nel mondo.
Newsletter: lettera informativa dedicata ad argomenti specifici che viene spedita tramite e-mail con cadenza prestabilita. Per riceverla bisogna iscriversi.
P
Page Rank: posizione di una pagina o di un sito web all'interno di un motore di ricerca. Il valore di Page Rank di una pagina non indica semplicemente il suo grado di popolarità sul web ma si spinge fino ad indicare il grado di autorevolezza. Più il Page Rank è alto più sarà alta la posizione della pagina.
Peer to Peer (P2P): collegamento in rete in cui tutti i computer possono agire indifferentemente da client o server.
Phishing: termine creato per assonanza con "fhishing" (pescare). Indica l'uso illegale di sistemi quali e-mail e siti web in maniera tale da simulare raccolte di dati da parte di importanti compagnie presenti su internet con lo scopo di carpire (pescare) informazioni.
Pop-up: messaggio pubblicitario che viene visualizzato, all'apertura di una pagina web, in una nuova finestra che si apre contemporaneamente alla pagina richiesta o in sovrapposizione ad una porzione della pagina disturbando così la lettura.
Podcast: unione delle parole "I-pod" e "broadcasting", indica la registrazione audio e/o video distribuita tramite Feed RSS. Chiunque sia iscritto ad un particolare Feed scaricherà automaticamente i file indicari dal RSS avendo così la possibilità di ascoltarli sul proprio PC o su un lettore mp3 in qualsiasi momento.
Portale: sito che offre una guida alle risorse presenti in Internet e una serie di servizi. Integra le funzioni tipiche di un motore di ricerca con quelle degli Internet Service Provider e vi associa e-mail, forum, funzioni per la personalizzazione, notizie, contenuti vari.
Q
Query: letteralmente richiesta, indica l'insieme di operazioni che consentono di estrarre da un archivio dati determinate informazioni in base a precisi criteri.
R
RSS: è un metodo per descrivere contenuti che possono essere forniti a chi pubblica informazioni su Internet. E' parte del progetto XML e aderisce alle specifiche del W3C. Un documento RSS o RSS Feed, come viene generalmente chiamato, non è altro che un elenco di elementi ciascuno dei quali è identificato da un link e caratterizzato da una breve descrizione.
S
Script: messaggio breve e preordinato che, nel campo del marketing, possiede una finalità commerciale. Es: nel telemarketing lo script, è il testo della telefonata che l'operatore è tenuto a seguire.
Scrolling: spostamento orizzontale o verticale di un documento tramite la barra o le barre di scorrimento (verticale e orizzontale).
Service Provider: compagnia che fornisce l'accesso a internet e alcuni servizi aggiuntivi come e-mail, uno spazio per il proprio sito web e gli strumenti per realizzarlo. Un Service Provider ha le tecnologie e le connessioni necessarie per avere un point of presence in Internet.
Sitemap: mappa del sito, elenco gerarchico di tutte le sezioni di un sito al fine di facilitare la navigazione dell'utente.
Smartphone: telefono cellulare che abbina le funzioni e le potenzialità di un computer palmare in grado di operare con un sistema operativo completo e autonomo.
Social Network: letteralmente rete sociale, indica un gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali. Es: Facebook, Twitter, MySpace, Viadeo, Badoo...
Spam: messaggio contenente pubblicità indesiderata inviato a migliaia di destinatari alla volta.
Streaming: processo di trasferimento di dati su Internet la cui friuzione è possibile senza bisogno di fare Download.
T
Tablet PC: evoluzione del computer portatile fatto a tavoletta e munito di schermo tattile a cristalli liquidi.
Tag: parola chiave associata ad un contenuto, sia esso un post di un blog, un'immagine, un articolo o un video. I tag vengono usati per catalogare i contenuti e facilitarne la ricerca.
Tag Cloud: rappresentazione visiva delle etichette (tag) o parole chiave usate in un sito web.
Template: documento d'esempio che viene meso a disposizione gratuitamente o a pagamento su siti Internet per lo sviluppo di altre pagine web con grafica e formattazione identiche, ma contenuti diversi.
Thread (3d): in Internet, e in particolare nei forum e nei newsgroup indica una sequenza di risposte ad un messaggio iniziale.
Touch Screen: tecnologia che permette di interagire con un programma su un computer, o cellulare di ultima generazione, semplicemente toccando alcune zone dello schermo.
Twitter: è un servizio di social network e microblogging creato nel 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco. E' diventato popolare, anche come avversario di Facebook, grazie alla semplicità e immediatezza di utilizzo. Fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo che si possono effettuare tramite il sito stesso, via SMS, con programmi di messaggeria istantanea o tramite e-mail. E' possibile limitare la visibilità dei propri messaggi oppure renderli visibili a chiunque. Curiosità: il nome "Twitter" deriva dal verbo inglese "to tweet" che significa cinguettare.
U
URL (Uniform Resource Locator): indirizzo che identifica univocamente una risorsa sul Web.
User Generated Content: la dizione "contenuto generato dagli utenti" è nata nel 2005 negli ambienti del Web Publishing e dei New Media per indicare il materiale disponibile sul Web prodotto da utenti invece che da società specializzate. E' un sinonimo della democratizzazione della produzione di contenuti multimediali reso possibile dalla diffusione di soluzioni hardware e software semplici e a basso costo.
W
Web-TV: dispositivo che permette di collegarsi ad Internet tramite linea telefonica e visualizzare le pagine Web sul televisore.
Wi-Fi: rete senza fili che arriva a qualche decina di metri.
Wiki: software collaborativo per la condivisione di informazioni e contenuti. Il progetto Wiki nasce dal gruppo Wikipedia che ha sviluppato il software per la propria enciclopedia on-line. Caratteristica dei sistemi Wiki sono i pochi permessi necessari per aggiungere o modificare le informazioni presenti. Questo porta alla collaborazione spontanea di un elevato numero di persone.

Fonti: Pc-facile e Wikipedia.

Ovviamente si accettano suggerimenti, precisazioni e correzioni. Quindi, parafrasando una celebre frase de "Il gladiatore": io vi ho dato il segnale, voi... scatenate l'inferno!

giovedì 24 giugno 2010

Smaliziata

Di attrici che si son mostrate senza veli, ormai, c'è pieno il mondo, ma solo una può aver pronunciato questa frase:

"Qualunque cretino con sette dollari in tasca mi ha visto nuda davanti e dietro: ora quel cretino ha sette dollari in meno e io qualche milione di dollari in più."

Analisi impeccabile. E in effetti è sempre stata un tipo fuori dall'ordinario Sharon Stone.

Un corpo mozzafiato, anche dopo i cinquant'anni, e la vivace intelligenza di sempre.

mercoledì 23 giugno 2010

La saggezza delle vere dive

Un po' mi vergogno e sicuramente farei una figura migliore se dicessi che ho letto Chi dal parrucchiere, ma (purtroppo) il mio parrucchiere è un tipino piuttosto strano e il gossip non sa neanche cosa sia. Vive praticamente recluso 24 ore su 24 nel suo salone contornato dalle serigrafie e dai busti in gesso di Marylin Monroe. La sera, ovviamente tardissimo, quando riece a staccarsi da phon e tinture è troppo stanco per uscire e da perfetto lupo solitario rifugge il contatto umano dedicandosi ai canali culturali della tv satellitare: da History Channel a Discovery Channel passando per il "nostro" Rai Storia. E la cosa si riflette sulle riviste che propone alle clienti in attesa: Focus, Newton, Geo e National Geographic. Unica divagazione sul tema, e neanche troppo ecclatante, è rappresentata da Panorama. Settimanale, però, inarrivabile: costantemente ostaggio delle signore dalle chiome grigio azzurre quasi imbalsamete sotto i caschi asciugacapelli. E pensare che per il gentil sesso non c'è nulla di meglio che sghignazzare della cellulite altrui, specie se ci si trova dal parrucchiere dove, bene o mele, l'autostima cresce: in fondo si esce sempre più belle di quando si entra, no?!

Quindi niente scuse: ho comprato Chi. Però, solo perchè regalava la borsa da spiaggia, sia chiaro. E poi ok, non ho saputo resistere: ho controllato anch'io il progressivo disfacimento del lato B di alcune ex bellezze statuarie. Ma fin qui tutto come da copione.

Impressionanti invece erano le foto di Nicole Kidman deturpata da Botox e collagene: zigomi prominenti, ovale gonfio e tipiche labbra a canotto, che francamente, dopo i risultati grotteschi di Alba Parietti, Valeria Marini e Nina Moric si sperava di non dover più rivedere in giro, tantomeno in un'attrice del suo calibro.
E invece anche l'algida Nicole alla fine ha ceduto alla chirurgia estetica. Che ha già dato i suoi frutti: gli ingaggi della diva sono crollati. Una maschera di cera ha sostituito il volto un tempo espressivo della Kidman. Conseguenza terribile per un'attrice, oserei dire letale. A detta di molti registi, infatti, la sua carriera sarebbe tristemente finita. Se solo avesse dato ascolto ad Anna Magnani...Lei sì, una vera diva capace di lasciare senza fiato il truccatore con una frase che ha fatto storia: "Le rughe? Non coprirle, lasciale...C'ho messo una vita per farmele."

martedì 22 giugno 2010

Io non lo sapevo...

Ammetto la mia ignoranza. E già la cosa non è bella. La situazione poi si aggrava se si considera che sono un'appassionata di cinema. Anzi, mi definisco "cinefila accanita"... Peggio mi sento.

Vabbè, io non lo sapevo... Aspettate, però, ho una scusante, cioè... forse.

Io i film di guerra non li riesco a vedere. Non che non mi piacciano, il genere, poi, vanta numerosi capolavori, alcuni li ho anche visti. Il problema è che a me i film di guerra fanno star male.

Non tanto per le possibili, e spesso inevitabili, scene cruente (guardo horror splatter senza batter ciglio) quanto piuttosto per la consapevolezza che si tratta di avvenimenti realmente accaduti, di guerre vere combattute da uomini veri, in trincee vere, in giungle vere dove la morte, quando arrivava non portava via per la durata di un ciak ma per sempre.

Insomma tutta questa carica di realismo mi si accumula sullo stomaco e finito il film mi sento come il gigante Atlante della mitologia, costretto a portarsi sulle spalle il mondo intero, reso ancor più pesante dalla stupidità e dall'odio irrazionale degli uomini.

Temo comunque che la mia eccessiva sensibilità regga poco come alibi.

In fondo qualcosa immaginavo, però non sapevo che il Pentagono avesse, proprio a Los Angeles, un ufficio di rappresentanza, al quale registi e produttori di film di guerra possono rivolgersi per qualsiasi evenienza.

Bisogna ammettere che quando si girano film d'attualità la consulenza di un esperto militare è più che mai preziosa, oltre al fatto che poter usare i mezzi originali dell'esercito rappresenta sicuramente un valore aggiunto per il film. Ecco allora che il Pentagono si dimostra ben lieto di collaborare. Spesso gratis, o comunque a prezzi di noleggio molto ragionevoli. Una cosa, però, in cambio la chiede: esige di poter leggere il copione, giusto per accertarsi che l'arsenale Usa non venga usato per sostenere tesi antimilitariste.

Chi accetta di porre l'esercito in una luce patriottica e positiva, di porlo come istituzione affidabile viene assistito con grande generosità.

Chi rifiuta deve arrangiarsi da sè, il che significa, quasi sempre, rinunciare al film o rassegnarsi ad una produzione di bassa qualità, oppure abbandonare "la mecca del cinema" e trasferirsi all'estero. Ed è quello che accadde, ad esempio, negli anni '70 a Francis Ford Coppola, che, per girare "Apocalypse Now" dovette recarsi a Manila e affittare dall'esercito filippino elicotteri e blindati di produzione americana.

Le premure del Pentagono spiegano anche, come sottolinea Marcello Foa, la costante attenzione di Hollywood per i temi militari e la precisione con cui vengono identificati di volta in volta i nemici: ai tempi della guerra fredda erano i sovietici, poi sono diventati gli iracheni, i terroristi, i nordcoreani. E questo perchè, sin dai tempi della prima guerra mondiale la maggior parte dei governi, e quello di Washington in particolare, hanno saputo individuare nel cinema un mezzo di comunicazione in grado di condizionare profondamente la collettività, grazie al suo immenso potere di fascinazione.

Nel 1942 Franklin Delano Roosvelt convocò alla Casa Bianca i più grandi registi dell'epoca (da John Ford a Frank Capra) sollecitandoli a sostenere il morale del Paese che si preparava ad entrare nella seconda guerra mondiale.

La stessa cosa fece George W. Bush dopo l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001. La direttiva alla quale Hollywood si sarebbe dovuta attenere, e si attenne, invitava a non fomentare lo scontro tra civiltà, ma ad accentuare il clima di unità nazionale insistendo sulla lotta al terrorismo.

A inizio 2002 venne, così, bloccata l'uscita di "Danni collaterali" di Andrew Davis e "Al vertice della tensione" di Alden Phil Robinson, entrambi incentrati su attentati preparati da terroristi palestinesi in territorio statunitense. Per scongiurare il rischio di una criminalizzazione indiscriminata degli arabi e dei musulmani d'America, visto il momento assai delicato, in "Al vertice della tensione" i cattivi si trasformano in nostalgici nazisti che vengono sconfitti grazie all'alleanza fra stati che condividono la guerra al terrorismo: tra questi si trova anche la nemica di un tempo, la Russia. La nuova morale risultava, così, perfettamente in sintonia con gli sforzi diplomatici americani, tesi, a inizio 2002, a creare una grande coalizione mondiale contro Al Qaida.

La lunga mano del governo sul cinema non è dunque cosa d'altri tempi.

venerdì 18 giugno 2010

Chi sono gli spin doctor?

Parlare di semplici consiglieri strategici appare riduttivo, vediamo allora di scoprire qualcosa di più su una figura di cui la maggioranza dell'opinione pubblica non conosce nemmeno l'esistenza.


Innanzitutto, l'espressione spin doctor fu coniata nel 1984 da uno dei giornalisti americani più famosi, William Safire, per marcare la differenza tra il ruolo rispettabile del comunicatore (inclusi portavoce e addetto stampa) e quello ambiguo dei nuovi, e spregiudicati, specialisti delle pubbliche relazioni applicate alla politica.

Le moderne teorie spin nascono all'inizio del '900: gli americani Ivy Lee, Edward Bernays e Daniel Boorstin ne sono i precursori, ma è a partire dal 1980 che queste teorie diventano lo strumento principale della comunicazione, almeno in Usa e Gran Bretagna.

A inaugurare la nuova era fu, infatti, il presidente americano Ronald Reagan che capì, fin da subito, che per governare in modo efficace doveva ridurre il potere della stampa (allora, dopo la guerra del Vietnam e il Watergate, in posizione di straordinaria forza rispetto al potere politico). Reagan si affidò al guru dell'immagine Micheal Deaver e venne immediatamente imitato oltre oceano da Margaret Thatcher, ispirata da Bernard Ingham. I loro successori, sia repubblicani che progressisti, hanno percorso la stessa via: quella dello spin, ormai indispensabile viste le attuali regole e i ritmi della comunicazione politica.

Ma chi sono veramente gli spin doctor e di cosa si occupano?

Abbozzando una traduzione si può dire che "spin" significhi "far girare vorticosamente" e "doctor" è da intendere come "il sapiente", "lo specialista". Dunque lo spin doctor è colui che sa imprimere alle notizie un taglio particolare, sa "farle roteare così vorticosamente" da ipnotizzare i media, inducendoli a far propria una determinata visione della realtà.

Il suo habitat naturale è rappresentato dalle campagne elettorali, in cui riveste il ruolo di stratega o consulente al fianco del candidato. Più sofisticate e persuasive sono le tecniche di propaganda, più alte sono le chances di vittoria alle urne. Sono gli spin doctor che:
  • provocano la spettacolarizzazione delle contese elettorali;
  • spingono all'estremo tecniche di disinformazione e di denigrazione dell'avversario;
  • elaborano modelli incentrati più sull'immagine che sulla sostanza, incoraggiando i politici a mentire.

Chiuse le urne, in quasi tutta Europa, gli spin doctor spariscono di scena o per lo meno, non rivestono incarichi istituzionali. Diversa è la situazione in Usa e Gran Bretagna. E questo perchè l'inserimento degli spin avviene proprio nella sottilissima frattura che divide la comunicazione istituzione da quella politica.

La prima rappresenta la "voce dello Stato", quindi dovrebbe essere oggettiva e neutrale. La seconda, invece, è, per natura, di parte: è ciò che permette al capo del governo o ad un ministro di partecipare al dibattito pubblico, di difendere le proprie idee e di fornire interpretazioni.

L'importante è che tutti siano messi nella condizione di poter individuare senza eqivoci l'una e l'altra.

Lo spin doctor, al contrario, fa di tutto per mischiare e confondere le due forme di comunicazione. Quando è chiamato ad assistere un capo di governo non si comporta da "servitore dello Stato", perchè quella non è la sua funzione, ma continua a difendere e a promuovere gli interessi del proprio datore di lavoro.

Lo spin interpreta la comunicazione come un insieme di tecniche atte all'indottrinamento del pubblico, indipendentemente da quello che può essere il bene comune.

Da buon persuasore è convinto che la propaganda sia davvero efficace solo quando non è facilmente riconoscibile. Infatti opera avvalendosi di:

  • una comprensione perfetta dei meccanismi che regolano il ciclo delle informazioni
  • il ricorso a sofisticate tecniche psicologiche, che gli consentono di condizionare le masse.

Anche se talvolta è costretto dalle circostanze ad assumere una visibilità pubblica, preferisce agire dietro le quinte, dove è più efficace, e per questo tende a mimetizzarsi.

Diventa fondamentale, allora, smascherare le tecniche spin se non si vuole che le società liberali e democratiche perdano quello che è il loro bene più prezioso: la credibilità.

Infine non rimane che prendere atto dell'illusorietà della "mediacrazia". Oggi, non sono di certo i media a condizionare il potere politico, ma è quest'ultimo ad orientare il mondo dell'informazione.

Le dinamiche spin, però, non condizionano solo i giornalisti ma l'intera società civile. E quando l'opinione pubblica, come sosteneva John Stuart Mill, perde autonomia critica, la democrazia, pur restando tale, si svuota di significato.

Un esaltante approfondimento sul tema è costituito dal saggio di Marcello Foa "Gli stregoni della notizia. Da Kennedy alla guerra in Iraq: come si fabbrica informazione al servizio dei governi.", Guerini e Associati editore, 2006. Leggetelo e potrete dire: "ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi...".

venerdì 28 maggio 2010

La comunicazione politica

Informatica Applicata al Giornalismo - VII lezione

Dopo aver parlato di comunicazione istituzionale e comunicazione di prodotto è giunto il momento di analizzare lo spartiacque fra questi due tipi di comunicazione, ovvero la comunicazione politica: un campo in costante evoluzione.
La comunicazione politica mira, innanzitutto, al consenso, che non sempre, però, è un consenso politico. Bisogna tener ben presente che con comunicazione politica non ci si riferisce solo al Presidente del Consiglio, al Parlamento o al sindaco di un dato comune, il termine va compreso in un'accezione più ampia: per gli antichi greci politico era, infatti, tutto ciò che riguardava la polis, quindi gli interessi della comunità. In questi termini anche il presidente dell'Avis, ad esempio, potrebbe fare comunicazione politica, anche se lui la intenderebbe come forma di comunicazione istituzionale.
Anche in politica si vende un prodotto. Però, a differenza della comunicazione di prodotto che è emozionale, quella politica è connessa alla logica della parola, vuole proporre un ragionamento. Un cartellone 6x3 inneggiante uno slogan non è comunicazione politica, ma marketing politico, quindi è qualcosa di profondamente emozionale e poco stimolante dal punto di vista intellettuale.
Per far comunicazione politica bisogna tener presente che la politica è tutta uguale e i canoni di comunicazione sono identici. In altre parole, le regole sono le medesime ma i politici no, e proprio per questo hanno bisogno di regole declinate ad hoc, senza mai dimenticare le fondamentali: competenza, capacità di persuasione e comunicazione, e pulizia d'immagine.
Vediamo ora alcuni modelli di riferimento:

  • Barack Obama, eletto presidente degli Stati Uniti il 4 novembre 2008, è ripetitivo, non parla "benissimo" (per essere ai massimi livelli) però sa attirare l'attenzione. Ha vinto anche grazie all'immagine vincente della sua famiglia, una famiglia stile "Mulino Bianco": la moglie Michelle, rotonda e onnipresente, le figlie piccole, la suocera in casa, l'orto pseudo biologico in giardino... Di lui si dice che abbia vinto grazie al tam tam di consensi in rete, in realtà le prime elezioni americane vinte sfruttando internet sono state quelle del primo mandato di George W. Bush (2000-2004). E' innegabile, però, che le nuove tecnologie abbiano giocato un ruolo fondamentale, tant'è vero che Obama si circonda di una squadra di 160 persone composta in maggioranza da informatici (ha chiamato persino l'ex manager di Google) e webwatchers (internauti costantemente a caccia di notizie). In generale, però, chiunque aspiri ad incarichi politici di prestigio deve servirsi di un'organizzazione forte, in grado sia di far propaganda che di recuperare fondi e materiali, che, all'occorrenza, di spiare gli avversari. Figure fondamentali sono: 1. i consiglieri 2. i comunicatori 3. gli attivisti 4. gli analisti 5. i tecnici informatici (vere e proprie spie). Sono questi ultimi il vero ago della bilancia, visto che la prima cosa che un politico deve fare per vincere è demolire l'avversario e quale modo migliore se non quello di investigare nel suo passato studiando i documenti e magari i dossier in rete? Sempre considerando attentamente il confine fra lecito e illecito, in quanto negli USA non si è mai feroci al di là della legge. E questo principalmente per ragioni etiche: gli States sono un paese protestante che non ama le bugie. Fa da monito il SexGate che è costato la rielezione del presidente Clinton, a cui la gente non ha perdonato, non tanto la laison con Monica Lewinsky, bensì l'aver mentito al Paese negando l'evidenza. Sempre il caso Lewinsky offre un altro spunto di riflessione: a sollevare per primo il polverone fu un blog, il Drudge Report e fu una vera rivoluzione, sia perchè si trattava (e si tratta) di un blog fuori dagli schemi, con un lessico audace e ai limiti del consentito, ma soprattutto perchè non era un giornale ufficiale e per di più era in rete ed era solo il 1998, internet era appena nata.

  • Nicolas Sarkozy, presidente francese dal 2007, ha "drogato" il suo popolo con il culto della personalità (tipico, storicamente, dei francesi), ma si è discostato molto dai suoi predecessori: Jacques Chirac e François Mitterrand. Con lui si è reso evidente come la costruzione del modello del leader politico sia più importante del leader stesso. Ha usato benissimo le risorse tecnologiche per arrivare all'Eliseo e malissimo per governare. Difatti, molto probabilmente, non verrà rieletto, almeno stando ai sondaggi.

  • David Cameron dallo scorso 11 maggio è il Primo Ministro del Regno Unito. I laburisti non potevano continuare a vincere, specie dopo i dieci anni di governo Blair e il conseguente dissesto finanziario. Inoltre Gordon Brown dal punto di vista mediatico non funzionava: non era in grado di emozionare la gente e, soprattutto, era portatore di un'etica politica da molti ritenuta simile a quella di Tony Blair. Cameron ha usato un unico modello comunicativo in campagna elettorale: ha sfruttato la tv, sempre e solo la tv, finendo con l'esagerare. E ciò ha reso possibile l'avvicinarsi del liberal democratico Nick Clegg, l'attuale vice premier, forte della maggioranza relativa alla Camera dei Comuni. Essendo i fatti così recenti non si sa ancora quale strategia comunicativa adotteranno per governare, però una cosa è certa: per fronteggiare le loro enormi differenze punteranno ad una comunicazione patriottica del tipo: "Ci allontaneremo sempre più dall'Europa","Non adotteremo mai la moneta unica", "Manderemo truppe solo dove vorremo noi" e così via...

  • La situazione tedesca è, invece, differente poichè differente è il background del paese. La Germania soffre un notevole digital divide. Mentre l'ex Germania dell'Ovest corre, la DDR è arretratissima. Ciò ha determinato la scelta della cancelliera Angela Merkel di puntare su una "non comunicazione": se sfruttasse il web, ad esempio, metà tedeschi rimarrebbero all'oscuro delle sue azioni.

  • E ora veniamo all'Italia, paese indietrissimo dal punto di vista comunicativo rispetto a USA, Regno Unito e Francia. In Italia non ci sono figure chiave come analisti, webwatchers e surfer. E questo non per mancanza di devices, ormai il gap tecnologico è colmabile nel giro di pochissimo tempo, ma per mancanza di vere e proprie figure professionali. Bisogna iniziare a fare formazione. Il connubio vincente è dato dalla logica unita all'emozione. Non basta, allora, avere a disposizione dei tecnici informatici (solo logica), ma bisogna unirli all'emozione che sanno suscitare i comunicatori, gli analisti, i profiler, che, su una serie di dati oggettivi incardinano l'esperienza soggettiva. In Italia, poi, mancano dei veri editori, sostituiti da degli azionariati molto particolari che fanno capo ad imprenditori maggiormente legati al mondo della finanza, dell'energia, dell'edilizia piuttosto che dell'editoria vera e propria: ne sono un esempio il gruppo editoriale L'espresso, RCS e il gruppo Caltagirone. La stesa cosa vale per le tv che, al di fuori del servizio pubblico, sono in mano a De Benedetti, alla Telecom o alla famiglia Berlusconi. E sempre Berlusconi bisogna menzionare se si vogliono analizzare le strategie comunicative del centro-destra, sicuramente migliori (o meglio, di maggior presa) rispetto a quelle della sinistra. E questo perchè la comunicazione di destra è: 1. più emotiva 2. stratificata, riesce a raccogliere il consenso di più classi sociali 3. rassicurante e positiva sempre e comunque 4. codificabile, usa parole chiave, codici che sono sempre gli stessi negli anni. Anzi, si può dire addirittura che i leader si approprino di alcune parole rendendole altamente connotative nel tempo, ad esempio: "Italia" se pronunciato da Berlusconi richiama alla mente "Forza Italia", così come "Libertà" diventa "Popolo della Libertà", o "Federalismo" fa pensare subito alla Lega. Per il centro-sinistra, al contrario, la politica viene prima di tutto, anche nella comunicazione. Fare politica vuol dire responsabilizzarsi e responsabilizzare, e ciò implica dare al cittadino molti messaggi (puramente politici) che spesso, però, confondono l'elettore che è interessato solo fino ad un certo punto alla politica. Ma ciò che non va mai dimenticato è che il linguaggio politico non deve essere semplice, bensì chiaro.

Infine una precisazione: chi sono i portavoce? E gli spin doctor?

I portavoce sono coloro che riportano in modo referenziale il messaggio del leader. Hanno la delega per rappresentarlo. Ma, soprattutto, sono coloro in grado di interpretare il messaggio del leader senza possederne la valenza politica. Ciò implica che possono essere smentiti, anche dal leader stesso, se le cose non vanno nella direzione programmata.

Gli spin doctor sono, invece, dei consiglieri strategici. La loro attività ruota intorno all'immagine e alla comunicazione. Devono essere in grado di pensare come scrivono e comunicano gli "avversari" prima di scrivere e comunicare loro. Sono, quindi, figure fondamentali e richiestissime, capaci di modificare il corso della politica e, ovviamnte, della storia.

mercoledì 26 maggio 2010

La mission (non impossible) dei siti internet

In un testo scritto vi soffermate più sulla forma o sul contenuto? Ecco, la stessa cosa vale per i siti web. Anzi, vale soprattutto per i siti web, sia che vendano un prodotto o che vendano un'idea. Da un punto di vista estetico i più apprezzati sono quelli che mantengono un layout semplice, che non ostentano grandi risorse grafiche e non riempiono le pagine con animazioni, gadget o musiche più o meno fastidiose. L'utente deve essere in grado di accedere facilmente alle varie pagine tramite menu intuitivi e senza distrarsi troppo, specie se deve trovare qualcosa o fare acquisti on-line. Ma, soprattutto, un buon sito deve fornire recapiti, referenze ed esplicitare la mission.
Vale la pena ricordare che con mission si intende lo scopo ultimo di un'impresa o di un'organizzazione. Quindi la mission è sia ciò che giustifica l'esistenza stessa di un'impresa che ciò che la contraddistingue da tutte le altre.
Proviamo, allora, a rintracciare la mission nella parte istituzionale di tre siti, molto diversi fra loro: http://www.pinko.it/, http://www.carli.com/ e www.arpa.emr.it/.
Nell'homepage del marchio di abbigliamento fidentino Pinko, oltre alla possibiltà di perdersi nelle foto e nei video delle varie collezioni o nell'infinito e dettagliatissimo e-shop, troviamo in basso a destra l'about us che ci ricorda la nascita della ditta, avvenuta negli anni '80 da un'idea di Pietro Negra e Cristina Rubini, ed esplicita fin dalle prime righe (di un testo però lunghissimo e scritto a caratteri minuscoli) la vera identità del brand: Pinko è "un'alternativa alle griffe just under the top che permette di fornire collezioni di qualità, di alto contenuto stilistico, aderenti al gusto del mercato ma a prezzi competitivi". Competitivi al punto che, se in un periodo di crisi economica come quello che stiamo attraversando, le maison d'alta moda vantano tutte bilanci più o meno in rosso la Pinko vuole proporsi (e c'è riuscita) come una valida alternativa, tant'è vero che per le sue campagne pubblicitarie è riuscita ad ingaggiare top e star di fama mondiale: da Naomi Campbell a Eva Herzigova, da Elle Mc Pherson a Mariah Carey.
Sito totalmente diverso, molto più ricco e articolato (come dimostra l'indice), è quello dei Fratelli Carli, produttori dell'omonimo olio, anzi de "l'Olio di qualità direttamente a casa tua dal 1911" così come campeggia nell'hompage direttamente sotto il logo. Basta questo script per sintetizzarne perfettamente la mission: un'azienda moderna, rimasta inalterata nei valori e nella produzione di un olio di qualità, in grado, da quasi un secolo, di consegnare a domicilio il proprio prodotto a centinaia di migliaia di famiglie clienti.
Cambiamo ora versante per tuffarci, invece, in una realtà pubblica: l'Arpa Emilia-Romagna, ovvero l'Agenzia regionale per la prevenzione e l'ambiente dell'Emilia-Romagna. Il sito è ben strutturato e diviso in sei aree tematiche che permettono al cittadino di fare ricerche, di approfondire i principali temi ambientali, di essere aggiornato sulle comunicazioni dell'Agenzia, di accedere facilmente alle varie sezioni provinciali e soprattutto di vedere cos'è l'Arpa e com'è organizzata. Difatti la mission è esplicitata nel chi siamo e può essere sintetizzata nel "presidiare i controlli ambientali per la sostenibilità ambientale, la tutela della salute, la sicurezza del territorio e la valorizzazione delle risorse". Ma, soprattutto, essendo un'agenzia regionale e non privata cerca di mostrarsi il più trasparente possibile offrendo link come Trasparenza valutazione e merito, Incarichi esterni e il Tariffario ARPA.
Internet si presta ad operazioni di questo genere, essendo, strutturalmente, più trasparente di altri mezzi di comunicazione quali tv, radio e giornali, in quanto è in grado di offrire una tracciabilità e una possibilità di confronto che agli altri media risulta se non impossibile quantomeno molto più macchinosa e realizzabile in tempi diversi e con minori possibilità di interazione.
Caro Tom, vorrà dire che per una volta faremo senza di te: svelare la mission sul web non è poi così impossible.

martedì 25 maggio 2010

L'informazione che diventa comunicazione

Informatica Applicata al Giornalismo - VI lezione

Nell'odierno sistema di informazione fare il comunicatore vale più che fare il giornalista. Può sembrare un controsenso ma, oggi, il comunicatore gode di maggior libertà rispetto al giornalista. Il comunicatore dà per scontati i condizionamenti mentre il giornalista crede, sbagliando, di avere come unici referenti i lettori quando invece deve sottostare anch'esso a vari condizionamenti, magari non diretti, ma comunque indotti, in primis dalle circostanze.

Ecco allora che l'informazione tende sempre più a trasformarsi in comunicazione. Se un tempo informare prevedeva un'offerta generale di notizie prive di un interesse diretto da parte di chi le produceva, oggi si tende a comunicare, cioè a farsi portatori di un interesse particolare, quasi speculativo. Fare il comunicatore, infatti, significa avere una committenza attraverso la quale si cerca di raggiungere un risultato che sia il più positivo possibile per il committente.

Il buon comunicatore deve saper dare dati qualitativi e non deve mai avocare in modo personale le informazioni. Ma soprattutto deve essere in grado di comunicare qualunque cosa cercando di dissimulare gli aspetti negativi ed evidenziando quelli positivi.

Esistono diversi tipi di comunicazione, vediamone tre: quella istituzionale, quella di prodotto e quella pubblicitaria.

La comunicazione istituzionale riguarda l'identità di una realtà. E’ tutto ciò che identifica l’immagine e le attività di un dato ente, indipendentemente da un risultato economico. La comunicazione istituzionale serve a mettere in risalto:

  • un valore sociale (come nel caso della pubblicità progresso)
  • il rispetto della trasparenza e dalla diffusione delle informazioni (come qualsiasi realtà pubblica dovrebbe fare)
  • la qualità percepita di una realtà commerciale (o comunque legata al profitto, quindi di un'attività privata).

Per comprendere al meglio i vari aspetti della comunicazione istituzionale è bene metterla in relazione con la comunicazione di prodotto, la quale non è detto che sia esclusivamente privata, ma può essere fatta anche da enti pubblici: il risultato in questo caso non è il profitto, bensì il consenso. Spesso, poi, comunicazione istituzionale e comunicazione di prodotto si confondono. E questo succede per:

  • opportunismo,
  • cattiva professionalità,
  • mancanza di regole rispettate,
  • confusione nel sistema d'informazione.

Inoltre, non bisogna dimenticare che un versante della comunicazione di prodotto è costituito dalla comunicazione pubblicitaria e che la stessa comunicazione pubblicitaria quando è realizzata per fini sociali può essere iscritta di diritto nella comunicazione istituzionale. Il vero distinguo, allora, è dato dalla chiarezza, dalla trasparenza, che internet, rispetto agli altri media, è in grado di offrire all'utente. Non si può risalire direttamente al confronto ma si può intraprendere un percorso di verifica delle informazioni.

La comunicazione istituzionale privata deve tenere alti i livelli del brand, quella pubblica deve mettere a disposizione della collettività una serie di informazioni, di servizi e di mezzi di controllo. Se nella prima non si presta molta attenzione alle regole del web, nella seconda vanno invece assolutamente rispettate usabilità, accessibilità, interattività, trasparenza.

La comunicazione istituzionale è una sorta di comunicazione corporate. Nel settore pubblico e in quello privato sono fatte nella stessa maniera, come si evince dal post successivo.

Le mappe dei siti degli enti pubblici si sviluppano in orizzontale e presentano alberi di navigazione molto più pesanti di quelli del settore privato e molto più complicati e contorti rispetto alle realtà pubbliche straniere. Perfetta trasposizione sul web di come sia più complicata la pubblica amministrazione italiana.

Vediamo alcuni esempi:
  • Il sito della Camera dei Deputati ( http://www.camera.it/). Le notizie proposte sono brevi e già scritte in forma giornalistica in modo da facilitare il copia-incolla per i giornali on-line. La struttura del sito risulta antiquata e manca totalmente l'interattività, caratteristica invece fondamentale.
  • Il sito del governo spagnolo (http://www.la-moncloa.es/) salta i fronzoli, appare come un giornale vero e proprio. Offre tantissime notizie ed è come se volesse saltare la mediazione degli altri media per arrivare direttamente al cittadino. La mappa è sintetica e impeccabile.
  • Il sito del governo francese (http://www.elysee.fr/) invece è un sito immaginifico. Dà emozioni, non informazioni. C'è poco testo e abbondano le immagini. Lo scrolling è, però, uguale a quello dei giornali on-line. Lodevole la possibilità di comunicare direttamente col governo.
  • Simile a quello francese è il sito del governo britannico (http://www.number10.gov.uk/). Voluto così da Blair e mantenuto tale da Brown. Ora la svolta spetta a Cameron.
  • Infine ecco la perfezione: il sito della Casa Bianca (http://www.whitehouse.gov/). E' il migliore per quanto riguarda l'accessibilità e l'interattività. Il video inserito nell'homepage sintetizza in soli sei minuti i fatti più importanti della settimana. E forse sintetizza anche quello che sarà il futuro del giornalismo.

lunedì 24 maggio 2010

Cos'è Google?

La domanda è banale e la risposta è scontata. Scontata per tutti, anche per chi non usa il computer. L'era digitale è arrivata e ha travolto tutto. Il nostro gergo quotidiano si è arricchito di nuove parole, nuove espressioni (spesso mutuate dalla lingua inglese) di cui magari si ignora il vero significato ma che risulta impossibile non usare. Così, dai vecchi ai bambini, tutti sanno che cosa è Google. E tutti sbagliano. Perchè se è vero che oggi non si dice più "cerco qualcosa su internet" ma, "cerco qualcosa su Google", beh solo pochi sono a conoscenza dei suoi meccanismi fondanti.
Difatti, Google è solo apparentemente un motore di ricerca. E' il suo servizio di facciata quello di essere in grado di trovare (gratuitamente) risultati in pochi secondi, ma, in realtà, i servizi che gli permettono di essere un colosso mondiale sono, invece, tutti a pagamento.
Google è difatti una multinazionale quotata in borsa, con un gran numero di azionisti e votata ovviamente al profitto: offre servizi per internet e attraverso internet con browser, piattaforme e applicazioni.
Ma quando è nato Google? Google nasce il 27 settembre 1998 dall'idea di due studenti di Stanford, Larry Page e Sergey Brin, che volevano creare un motore di ricerca basato sull'analisi matematica delle relazioni tra siti web. Nel 2003 la Microsoft contatta l'azienda per una possibilie fusione. Ma Google rifiuta per cedere nel gennaio dell'anno successivo all'accordo con Morgan Stanley e Goldman Sachs Group. La quotazione inizia con cifre da capogiro: 2 miliardi di dollari soltanto il primo giorno, una cifra destinata ad aumentare negli anni.
Da dove ottiene il maggior ricavo? Sicuramente dalla pubblicità, ovvero all’accoppiata AdWords/AdSense.
Google svolge un vero e proprio lavoro di intermediazione, mettendo in contatto l’inserzionista (che acquista annunci pubblicitari tramite AdWords) e l’editore (che ospita gli annunci AdSense sul proprio sito web), e si tiene una percentuale sull’investimento pubblicitario.
Ma i servizi a pagamento sono anche altri come: Analytics: servizio di analisi dei dati che consente di ottenere informazioni dettagliate sul proprio sito web e sull'efficacia delle campagne di marketing; Apps: servizio che combina Gmail, Google Calendar, Google Documenti, Google Gruppi, Google Sites, Google Video in una singola offerta; Checkout: servizio che aiuta a semplificare il processo di pagamento per acquisti online; Earth Enterprise: servizio che consente ai dipendenti dell'organizzazione di accedere e di utilizzare le immagini, le fotografie aeree e gli altri dati geospaziali aziendali; Earth Pro: servizio che offre agli utenti aziendali una serie di strumenti avanzati per importare dati, misurare distanze e stampare immagini ad alta risoluzione completamente integrati in Google Earth; Maps API Premier: servizio che consente di aggiungere facilmente le mappe interattive di Google Maps ai propri siti web interni e pubblici; Postini: servizio di protezione delle e-mail e archiviazione; Site Search: casella di ricerca di Google sul proprio sito web per consentire ai potenziali visitatori e clienti di trovare informazioni all'istante (http://www.google.it/services/).
Abbagliati da una riuscitissima strategia di marketing volta ad esaltare i servizi gratis, i più non sanno che Google è anche tutto questo. Ma Google, soprattutto, è un colosso e come tale detiene sia il monopolio delle ricerche sul web (col conseguente rischio di un appiattimento della pluralità dei punti di vista) che il monopolio pubblicitario: ha acquisito o fatto chiudere i suoi principali concorrenti in questo campo, tanto che è anche finito sotto il mirino dell’Antitrust in seguito alla denuncia della Fieg.
Ma uno degli aspetti che più hanno impegnato gli avvocati della multinazionale di Mountain View è sicuramente quello relativo alla violazione della privacy, in quanto Google conserva per lunghi periodi informazioni relative alle ricerche dei propri utenti. Inoltre, numerosi problemi sono sorti anche relativamente a Street View che, inserendo foto delle varie strade del mondo all’interno di Maps, registra ovviamente anche gli ignari passanti. Senza contare che qualche giorno fa, poi, lo stesso Google ha ammesso che questa applicazione ha registrato per errore dati wi-fi privati.
Ecco allora che affiorano ombre su un'invenzione che è indubbio...ha cambiato le nostre vite.