venerdì 18 giugno 2010

Chi sono gli spin doctor?

Parlare di semplici consiglieri strategici appare riduttivo, vediamo allora di scoprire qualcosa di più su una figura di cui la maggioranza dell'opinione pubblica non conosce nemmeno l'esistenza.


Innanzitutto, l'espressione spin doctor fu coniata nel 1984 da uno dei giornalisti americani più famosi, William Safire, per marcare la differenza tra il ruolo rispettabile del comunicatore (inclusi portavoce e addetto stampa) e quello ambiguo dei nuovi, e spregiudicati, specialisti delle pubbliche relazioni applicate alla politica.

Le moderne teorie spin nascono all'inizio del '900: gli americani Ivy Lee, Edward Bernays e Daniel Boorstin ne sono i precursori, ma è a partire dal 1980 che queste teorie diventano lo strumento principale della comunicazione, almeno in Usa e Gran Bretagna.

A inaugurare la nuova era fu, infatti, il presidente americano Ronald Reagan che capì, fin da subito, che per governare in modo efficace doveva ridurre il potere della stampa (allora, dopo la guerra del Vietnam e il Watergate, in posizione di straordinaria forza rispetto al potere politico). Reagan si affidò al guru dell'immagine Micheal Deaver e venne immediatamente imitato oltre oceano da Margaret Thatcher, ispirata da Bernard Ingham. I loro successori, sia repubblicani che progressisti, hanno percorso la stessa via: quella dello spin, ormai indispensabile viste le attuali regole e i ritmi della comunicazione politica.

Ma chi sono veramente gli spin doctor e di cosa si occupano?

Abbozzando una traduzione si può dire che "spin" significhi "far girare vorticosamente" e "doctor" è da intendere come "il sapiente", "lo specialista". Dunque lo spin doctor è colui che sa imprimere alle notizie un taglio particolare, sa "farle roteare così vorticosamente" da ipnotizzare i media, inducendoli a far propria una determinata visione della realtà.

Il suo habitat naturale è rappresentato dalle campagne elettorali, in cui riveste il ruolo di stratega o consulente al fianco del candidato. Più sofisticate e persuasive sono le tecniche di propaganda, più alte sono le chances di vittoria alle urne. Sono gli spin doctor che:
  • provocano la spettacolarizzazione delle contese elettorali;
  • spingono all'estremo tecniche di disinformazione e di denigrazione dell'avversario;
  • elaborano modelli incentrati più sull'immagine che sulla sostanza, incoraggiando i politici a mentire.

Chiuse le urne, in quasi tutta Europa, gli spin doctor spariscono di scena o per lo meno, non rivestono incarichi istituzionali. Diversa è la situazione in Usa e Gran Bretagna. E questo perchè l'inserimento degli spin avviene proprio nella sottilissima frattura che divide la comunicazione istituzione da quella politica.

La prima rappresenta la "voce dello Stato", quindi dovrebbe essere oggettiva e neutrale. La seconda, invece, è, per natura, di parte: è ciò che permette al capo del governo o ad un ministro di partecipare al dibattito pubblico, di difendere le proprie idee e di fornire interpretazioni.

L'importante è che tutti siano messi nella condizione di poter individuare senza eqivoci l'una e l'altra.

Lo spin doctor, al contrario, fa di tutto per mischiare e confondere le due forme di comunicazione. Quando è chiamato ad assistere un capo di governo non si comporta da "servitore dello Stato", perchè quella non è la sua funzione, ma continua a difendere e a promuovere gli interessi del proprio datore di lavoro.

Lo spin interpreta la comunicazione come un insieme di tecniche atte all'indottrinamento del pubblico, indipendentemente da quello che può essere il bene comune.

Da buon persuasore è convinto che la propaganda sia davvero efficace solo quando non è facilmente riconoscibile. Infatti opera avvalendosi di:

  • una comprensione perfetta dei meccanismi che regolano il ciclo delle informazioni
  • il ricorso a sofisticate tecniche psicologiche, che gli consentono di condizionare le masse.

Anche se talvolta è costretto dalle circostanze ad assumere una visibilità pubblica, preferisce agire dietro le quinte, dove è più efficace, e per questo tende a mimetizzarsi.

Diventa fondamentale, allora, smascherare le tecniche spin se non si vuole che le società liberali e democratiche perdano quello che è il loro bene più prezioso: la credibilità.

Infine non rimane che prendere atto dell'illusorietà della "mediacrazia". Oggi, non sono di certo i media a condizionare il potere politico, ma è quest'ultimo ad orientare il mondo dell'informazione.

Le dinamiche spin, però, non condizionano solo i giornalisti ma l'intera società civile. E quando l'opinione pubblica, come sosteneva John Stuart Mill, perde autonomia critica, la democrazia, pur restando tale, si svuota di significato.

Un esaltante approfondimento sul tema è costituito dal saggio di Marcello Foa "Gli stregoni della notizia. Da Kennedy alla guerra in Iraq: come si fabbrica informazione al servizio dei governi.", Guerini e Associati editore, 2006. Leggetelo e potrete dire: "ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi...".

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