venerdì 30 aprile 2010

la Repubblica.it

Il sito online la Repubblica.it viene inaugurato in via sperimentale il 5 aprile 1996, in occasione delle elezioni politiche del 21 aprile successivo, registrando subito 350 000 contatti in 20 giorni. Ma la vera e propria edizione online è datata gennaio 1997: si tratta del primo sito editoriale con redazione e contenuti indipendenti rispetto al quotidiano di riferimento nato, vale la pena ricordarlo, nel 1976 da una costola de L'espresso. Repubblica.it, aggiornato 24 ore su 24, si è ormai affermato come principale sito d'informazione italiano con un numero di utenti che supera i 10 milioni al mese.
Dal 20 aprile 2010 il sito però ha cambiato volto.
L' homepage si presenta con una testata centrata, più forte, e un'apertura che mette molto più in risalto le immagini e le foto di cronaca. Vi è un'area dedicata alla community, una doppia colonna laterale che è il regno dello sport, degli spettacoli e dell'entertainment, visto che il giornalismo di oggi è sempre più orientato verso quella direzione.
Ma ciò che più attira il lettore è senz'altro l'area personalizzata in basso a destra, dove è possibile scegliere la cronaca locale, la squadra, i titoli di borsa, il meteo, perfino il segno zodiacale da seguire. Senza dimenticare la multimedialità, con una grande offerta di video direttamente nell'homepage, resi molto più visibili rispetto al passato.
Più evidenti sono poi le aree dedicate alle grandi firme del giornale, con i blog e le rubriche.
Ma i cambiamenti, però, non riguardano solo la pagina iniziale: all'interno troviamo ben 25 sezioni tematiche, dieci cronache locali, confezionate ad hoc per il cittadino.
Di grande effetto è poi la presenza di Repubblica TV, una internet tv con tanto di palinsesto, categorie a seconda dei video contenuti (copertina, notizie dall’Italia, dal mondo, sport, spettacoli, scienza) e sezione con i video più visti e più votati. Ottimo modo per fidelizzare il lettore.

giovedì 29 aprile 2010

"La rete non può mentire"

Informatica Applicata al Giornalismo - II lezione

Ecco un'affermazione che ai più sembrerà paradossale. E invece no, è proprio il succo di quanto emerso durante la seconda lezione del professor Alfonso.
Constatato che anche il giornalismo tradizionale è sempre più innervato di tecnologia (basti pensare all'impaginazione elettronica, alla raccolta e all'invio dei dati sottoforma di file o, ancora, alla diffusione di una filiera digitale basata sul sistema dei codici a barre per controllare la distribuzione delle copie) è il giornalismo digitale ad attirare un numero sempre maggiore di lettori. Se ormai solo un decimo degli italiani si informa attraverso i quotidiani, ben undici milioni sono invece i frequentatori giornalieri delle rete. Ma come si recuperano le informazioni attraverso il web? Un modo semplice e veloce, come dimostrato anche a lezione, è quello di usare i cosiddetti aggregatori di notizie come googlenews o italianews. Esempi perfetti di come in rete si possa trovare una moltitudine di notizie, molte delle quali appaiono, però, replicate: l'una la fotocopia dell'altra. Ciò che cambia è l'agenzia o la testata che le pubblica. Spetta allora all'utente scegliere quale "versione" leggere, dando più fiducia ad una fonte piuttosto che a un'altra.
Il preconcetto comune che vede nel web l'habitat perfetto per il proliferare di "bufale" viene smentito, così, dalla rete stessa, talmente vasta da non poter mentire. Infatti l'utente può sempre, in qualsiasi momento, verificare quanto gli viene proposto.
Il vero problema del giornalismo digitale è invece quello di essere schiavo di un continuo aggiornamento. Tutto deve essere in tempo reale e per esserlo i testi vengono ridotti al minimo. Più si è sintetici più si è veloci. Oggi l'importante è avere l'informazione, il come usarla viene in seguito. Tanto che spesso le notizie sono semplici note d'agenzia, pubblicate direttamente senza neanche modificare il titolo pur di sbaragliare l'agguerritissima concorrenza. Ecco che allora il vero giornalista non è più quello che si consuma le scarpe, come si diceva un tempo, ma quello che si consuma i polpastrelli: su una tastiera, ovviamente.

giovedì 22 aprile 2010

Buona la prima

Informatica Applicata al Giornalismo - I lezione

Il professor Lelio Alfonso, docente del corso di Informatica Applicata al Giornalismo ha tenuto la prima lezione dell'a/a 2009-2010 venerdì 16 aprile nell'aula K3 del plesso di Lettere in via D'Azeglio 85 a Parma.
Erano presenti all'incirca cinquanta studenti, provenienti da vari atenei italiani, ai quali è stata chiesta inizialmente una breve presentazione incentrata sul percorso di studi, le aspirazioni personali e le aspettative riguardanti le specificità del corso. Corso che, stando a quanto precisato dallo stesso professore, presenta solo marginalmente l'obiettivo di migliorare le competenze informatiche, essendo concentrato, in realtà, sullo sviluppo delle abilità di reperimento delle informazioni in rete. Durante la lezione è stato introdotto il problema dell'affidabilità delle fonti, problema particolarmente sentito per le ricerche on-line. Internet, infatti, proponendo un accesso estremamente facile e veloce ad una molteplicità di fonti costringe, successivamente, ad un duro lavoro di analisi e selezione delle fonti stesse.
Ecco allora che Wikipedia, l'enciclopedia libera più cliccata al mondo, non si configura di certo come fonte tra le più autorevoli, innanzitutto perchè non si tratta di un sito istituzionale come invece è Europeana.
Europeana è il nome della biblioteca digitale europea che garantisce l'accesso (gratuito) alle collezioni di tutte le biblioteche digitali dell'UE. La ricerca, in questo caso, è sottoposta ad una gerarchia di importanza dei materiali ed è ovviamente più lenta di quanto non avvenga utilizzando Wikipedia o i motori tradizionali, ma risulta certamente più attendibile e approfondita. Anche perchè come ha ribadito più volte il professor Alfonso "non bisogna fermarsi alla ricerca più facile ma bisogna far di tutto per distinguersi dagli altri". E sicuramente un mezzo che consente sia di esercitare le capacità di scrittura di noi studenti che di valorizzare la personalizzazione (anche grafica) degli scritti è costituito dal blog.
Il termine "blog" deriva dalla contrazione di "web-log" e significa "diario in rete". Nonostante sia un fenomeno recente (il primo nasce nel 1998) il blog è ormai in disuso soppiantato dai social network quali FaceBook e Twitter.
Ma per noi aspiranti giornalisti rimane uno strumento estremamente utile per metterci alla prova e restare in contatto gli uni con gli altri. Il tutto sotto la supervisione del prof. Alfonso, disponibile per ulteriori spiegazioni all'indirizzo e-mail lelioalfonso@yahoo.it.

mercoledì 21 aprile 2010

Il primo "ciak"

Ciao a tutti! Come avrete letto dalle poche informazioni personali, oltre ad essere una vera e propria fanatica di cinema sono soprattutto un'aspirante giornalista e come tale il mio compito primario resta sempre quello di studiare, studiare e studiare sperando di apprendere, e perfezionare al più presto, i segreti di un mestiere capace di attirare, specie in questi ultimi anni, un numero sempre maggiore di giovani.
Ecco allora giustificata la presenza, in questo blog, di un'intera sezione dedicata alle lezioni di Informatica Applicata al Giornalismo, corso specialistico della Laurea Magistrale in Giornalismo e Cultura Editoriale dell'Università di Parma.
Una precisazione, però, è d'obbligo: questo blog nasce con uno scopo preciso, cioè quello di essere un esercizio giornalistico-informatico in continuo divenire, mutare e, spero, migliorarsi... insomma, un po' come il primo ciak di un film anche questo mio blog non è che un tentativo, una bozza, un singolo fotogramma di una futura pellicola.