martedì 25 maggio 2010

L'informazione che diventa comunicazione

Informatica Applicata al Giornalismo - VI lezione

Nell'odierno sistema di informazione fare il comunicatore vale più che fare il giornalista. Può sembrare un controsenso ma, oggi, il comunicatore gode di maggior libertà rispetto al giornalista. Il comunicatore dà per scontati i condizionamenti mentre il giornalista crede, sbagliando, di avere come unici referenti i lettori quando invece deve sottostare anch'esso a vari condizionamenti, magari non diretti, ma comunque indotti, in primis dalle circostanze.

Ecco allora che l'informazione tende sempre più a trasformarsi in comunicazione. Se un tempo informare prevedeva un'offerta generale di notizie prive di un interesse diretto da parte di chi le produceva, oggi si tende a comunicare, cioè a farsi portatori di un interesse particolare, quasi speculativo. Fare il comunicatore, infatti, significa avere una committenza attraverso la quale si cerca di raggiungere un risultato che sia il più positivo possibile per il committente.

Il buon comunicatore deve saper dare dati qualitativi e non deve mai avocare in modo personale le informazioni. Ma soprattutto deve essere in grado di comunicare qualunque cosa cercando di dissimulare gli aspetti negativi ed evidenziando quelli positivi.

Esistono diversi tipi di comunicazione, vediamone tre: quella istituzionale, quella di prodotto e quella pubblicitaria.

La comunicazione istituzionale riguarda l'identità di una realtà. E’ tutto ciò che identifica l’immagine e le attività di un dato ente, indipendentemente da un risultato economico. La comunicazione istituzionale serve a mettere in risalto:

  • un valore sociale (come nel caso della pubblicità progresso)
  • il rispetto della trasparenza e dalla diffusione delle informazioni (come qualsiasi realtà pubblica dovrebbe fare)
  • la qualità percepita di una realtà commerciale (o comunque legata al profitto, quindi di un'attività privata).

Per comprendere al meglio i vari aspetti della comunicazione istituzionale è bene metterla in relazione con la comunicazione di prodotto, la quale non è detto che sia esclusivamente privata, ma può essere fatta anche da enti pubblici: il risultato in questo caso non è il profitto, bensì il consenso. Spesso, poi, comunicazione istituzionale e comunicazione di prodotto si confondono. E questo succede per:

  • opportunismo,
  • cattiva professionalità,
  • mancanza di regole rispettate,
  • confusione nel sistema d'informazione.

Inoltre, non bisogna dimenticare che un versante della comunicazione di prodotto è costituito dalla comunicazione pubblicitaria e che la stessa comunicazione pubblicitaria quando è realizzata per fini sociali può essere iscritta di diritto nella comunicazione istituzionale. Il vero distinguo, allora, è dato dalla chiarezza, dalla trasparenza, che internet, rispetto agli altri media, è in grado di offrire all'utente. Non si può risalire direttamente al confronto ma si può intraprendere un percorso di verifica delle informazioni.

La comunicazione istituzionale privata deve tenere alti i livelli del brand, quella pubblica deve mettere a disposizione della collettività una serie di informazioni, di servizi e di mezzi di controllo. Se nella prima non si presta molta attenzione alle regole del web, nella seconda vanno invece assolutamente rispettate usabilità, accessibilità, interattività, trasparenza.

La comunicazione istituzionale è una sorta di comunicazione corporate. Nel settore pubblico e in quello privato sono fatte nella stessa maniera, come si evince dal post successivo.

Le mappe dei siti degli enti pubblici si sviluppano in orizzontale e presentano alberi di navigazione molto più pesanti di quelli del settore privato e molto più complicati e contorti rispetto alle realtà pubbliche straniere. Perfetta trasposizione sul web di come sia più complicata la pubblica amministrazione italiana.

Vediamo alcuni esempi:
  • Il sito della Camera dei Deputati ( http://www.camera.it/). Le notizie proposte sono brevi e già scritte in forma giornalistica in modo da facilitare il copia-incolla per i giornali on-line. La struttura del sito risulta antiquata e manca totalmente l'interattività, caratteristica invece fondamentale.
  • Il sito del governo spagnolo (http://www.la-moncloa.es/) salta i fronzoli, appare come un giornale vero e proprio. Offre tantissime notizie ed è come se volesse saltare la mediazione degli altri media per arrivare direttamente al cittadino. La mappa è sintetica e impeccabile.
  • Il sito del governo francese (http://www.elysee.fr/) invece è un sito immaginifico. Dà emozioni, non informazioni. C'è poco testo e abbondano le immagini. Lo scrolling è, però, uguale a quello dei giornali on-line. Lodevole la possibilità di comunicare direttamente col governo.
  • Simile a quello francese è il sito del governo britannico (http://www.number10.gov.uk/). Voluto così da Blair e mantenuto tale da Brown. Ora la svolta spetta a Cameron.
  • Infine ecco la perfezione: il sito della Casa Bianca (http://www.whitehouse.gov/). E' il migliore per quanto riguarda l'accessibilità e l'interattività. Il video inserito nell'homepage sintetizza in soli sei minuti i fatti più importanti della settimana. E forse sintetizza anche quello che sarà il futuro del giornalismo.

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