mercoledì 12 maggio 2010

David di Donatello tra memoria e polemiche

Forse non è un caso che i David di Donatello, tradizionalmente considerati gli Oscar del cinema italiano, quest'anno siano andati a due film che, per quanto assai diversi fra loro, mettono comunque il dito nella piaga del periodo più buio della storia recente del nostro paese. Otto i premi a "Vincere" di Marco Bellocchio, sulla drammatica vicenda del figlio segreto di Benito Mussolini e uno, il più importante (Miglior Film) a " L'uomo che verrà" di Giorgio Diritti, che racconta, attraverso gli occhi di una bambina, la strage nazista di Marzabotto. Storia e memoria dunque in primo piano nella 54esima edizione dei David di Donatello, ma a caratterizzare la serata all'Auditorium della Conciliazione di Roma sono state soprattutto le polemiche per i tagli indiscriminati alla cultura messi in atto dal governo. E' Stefania Sandrelli a farsi portavoce della protesta leggendo una lettera del movimento "Centoautori" contro i drastici tagli al FUS, il Fondo Unico per lo Spettacolo che dovrebbe finanziare il cinema italiano ma che allo stato attuale, invece, non garantisce neanche la realizzazione delle produzioni in cantiere.
E dopo le polemiche la delusione, quella di due grandi registi: Paolo Virzì, che con la commovente commedia (data per super favorita) "La prima cosa bella" porta a casa solo tre premi a fronte di ben diciotto nomination e Giuseppe Tornatore, che, già scottato dalla mancata candidatura all'Oscar del suo "Baarìa ", è costretto ad accontentarsi di due soli David, uno per le musiche, merito dell'amico Ennio Morricone e uno speciale assegnato dai giovani.

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