giovedì 13 maggio 2010

"La tecnologia crea il mercato"

Informatica Applicata al Giornalismo - III lezione

E' con questa massima, lapidaria quasi quanto il famoso "The medium is the message" di McLuhaniana memoria, che si apre la terza lezione del professor Alfonso.
Ebbene sì, continuando l'analisi di la Repubblica.it non si può non notare quanto ci sia poco di veramente giornalistico e quanto sia la fruibilità, invece, ad attirare l'utente.
Difatti si può arrivare ad affermare che la professione giornalistica sul web non esista. La scrittura autonoma per il redattore web risulta sempre più un tabù visto che quasi tutti gli articoli sono un semplice copia e incolla di note d'agenzia. Eppure questo sembra non interessare i milioni d'utenti dei giornali on-line, affamati esclusivamente di semplice informazione (meglio ancora se sintetica e scevra di quelle "belle parole" del giornalismo di un tempo). Ecco allora che le redazioni dei quotidiani digitali si riducono al minimo: la Repubblica.it vanta 45 fra giornalisti e tecnici mentre il Corriere della Sera.it ne annovera addirittura solo 20.
Ma se così è, viene da chiedersi: da cosa sono attirati quei 12 milioni di utenti che frequentano mensilmente i due maggiori quotidiani on-line? Sicuramente dalla multimedialità, resa possibile, oggi, da tecnologie ormai diffusissime in grado di supportare gallerie fotografiche, video e tv via web.
Solo qualche anno fa mancavano sia la capacità di banda che la possibilità di scaricare i contenuti web in un luogo diverso dal PC: ora ci sono smartphone e I-pad in grado di farti sentire costantemente "tutto intorno a te", come recitava lo slogan di una nota pubblicità.
Pubblicità che, se fin dai tempi più antichi costituiva la principale fonte di guadagno di un giornale (ovviamente cartaceo) ora regna sovrana in quelli digitali. Basti pensare che tutte le icone redazionali poste nella barra al di sotto della testata pullulano di pubblicità, riducendo notevolmente, così, gli spazi giornalistici. E se nel cartaceo la pubblicità era o a pagina intera o a fondo pagina, sui quotidiani on-line ci si può sbizzarrire e, difatti, la troviamo ovunque: persino a cavallo degli articoli, tanto che, a volte, risulta perfino difficile (e questo vale purtroppo anche per la Repubblica.it) distinguere ciò che è redazionale da quanto, invece, risulta essere un semplice messaggio pubblicitario.
E' dunque la tecnologia che fa il mercato.
Ne è una dimostrazione il recentissimo restyling del sito di Repubblica, sito completamente proiettato al multimediale e alle nuove tecnologie, tanto da avere uno sviluppo orizzontale in modo da renderne più agevole la fruizione attraverso l'I-phone.
Discorso diverso per il secondo giornale on-line italiano: il Corriere della Sera.it, molto meno diretto di la Repubblica.it, molto più didattico (con percorsi che portano alle icone) e caratterizzato da uno sviluppo verticale e lunghi abstract che richiedono tempo all'utente. Troppo tempo per l'utente del web.

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